Colpito da arresto cardiaco, viene salvato dai cittadini che utilizzano il defibrillatore
A Levane è la seconda volta che accade. Grazie alla presenza del defibrillatore a disposizione dei cittadini, e al fatto che molti di loro avevano seguito il corso di formazione, l’uomo è stato salvato: all’arrivo dell’ambulanza aveva già ripreso conoscenza.
Un’altra vita salvata grazie al defibrillatore installato a Levane, e grazie a un gruppo di cittadini che sapeva come utilizzarlo. L’episodio è accaduto questa mattina: e per la frazioen di Levane è già il secondo caso di questo genere, un piccolo primato positivo.
L’uomo, un 42enne di origini indiane ma residente da anni a Pergine, stava raggiungendo in autobus Montevarchi. All’altezza di Levane il malore: l’uomo si è rivolto all’autista, tenendosi le mani sul petto, chiedendogli di fermarsi. Mentre l’autista accostava e chiamava il 118, il 42enne è sceso di corsa e si è accasciato sul marciapiede.
Ed è stato in quel momento che alcuni passanti, che hanno assistito alla scena, sono corsi verso la colonnina di soccorso con il defibrillatore, nel centro del paese. Sapevano cosa dovevano fare: molti abitanti del paese hanno infatti effettuato i corsi di primo soccorso e di uso del defibrillatore. Più di uno si è prodigato attorno all’uomo, che era a terra esanime.
Come prevede il protocollo hanno iniziato a dargli delle scariche con il defibrillatore.Una, due, tre volte. Quando è arrivata la prima ambulanza l’uomo aveva già ripreso conoscenza e a respirare. A quel punto i cittadini hanno lasciato all’infermiere giunto con l’ambulanza, che ha stabilizzato le condizioni dell’uomo e ha dato una quarta scarica con il defibrillatore. Poi l’arrivo dell’automedica con il medico a bordo.
L’uomo è stato caricato in ambulanza e accompagnato al San Donato dove in emodinamica c’erano gli specialisti cardiologi pronti ad intervenire. Coronarografia, angioplastica e posizionamento di stent: l’uomo è stato quindi ricoverato in osservazione post operatoria. Il tutto in meno di tre ore dal momento del malore.
Per Levane quello di oggi è stato il secondo cittadino strappato a sicura morte con il defibrillatore utilizzato dai cosiddetti ”laici”, che hanno saputo far fronte con il defibrillatore ad una emergenza cardiaca in attesa dell’arrivo del 118. “E’ la rete che abbiamo messo in piede, che va completata, ma che già funziona – dice con grande soddisfazione Massimo Mandò, capo dipartimento dell’emergenza-urgenza – se c’è collaborazione, se ci attrezziamo, se passa il concetto che l’emergenza deve vedere tutti coinvolti, anche i semplici cittadini debitamente formati, allora si possono salvare molte più vite umane. Levane è davvero un caso da portare ad esempio per tutti. Due persone salvate in pochi mesi è davvero un successo e un motivo di orgoglio per l’intera comunità”.
La rete dei defibrillatoriin Valdarno è già ad un buon livello ma non basta: questi apparecchi dovrebbe essere ovunque ci sono luoghi di aggregazione. Apparecchi che, è bene ricordare anche questo, hanno bisogno di manutenzione e di controllo. Ci sono quelli gestiti direttamente dalla Asl che vengono sottoposti a periodici controlli e manutenzione. Molti privati, locali pubblici, circoli ricreativi, società sportive, li hanno acquistati ma magari non eseguono i controlli delle batterie e delle piastre. E’ bene in questi casi rivolgersi ai centri di assistenza o chiamare direttamente il 118 per avere indicazioni.