FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
I fattori di rischio cardiovascolare, in genere, sono correlati a patologie cardiovascolari. Tali fattori si dividono in fattori di rischio modificabile e non modificabile;
I primi sono quelli che si possono cambiare: smettere di fumare, seguire una corretta alimentazione, evitare il consumo di alcool, iniziare a praticare attività fisica, ecc., e/o trattamenti farmacologici, sono tutte quelle ‘azioni’ che permettono di diminuire l’insorgenza di patologie.
I secondi sono quelli impossibili da modificare, cioè tutte quelle patologie e malattie legate a sesso, età, ereditarietà.
Con l’avanzare dell’età aumentano le probabilità dell’insorgere di malattie cardiovascolari.
Da alcuni studi, è emerso che c’è un rischio più elevato negli uomini che nelle donne, le quali però vedono un aumento del rischio dopo la menopausa.
Il rischio di malattie cardiovascolari è più probabile che si presenti in soggetti che hanno avuto un familiare già colpito.
L’assumere comportamenti positivi non esclude la comparsa delle malattie, così come il non assumere comportamenti positivi non ne implica la comparsa.
La presenza di un fattore di rischio non causa necessariamente patologie, la loro presenza però ne aumenta il rischio di sviluppo ed insorgenza.
C’è però da dire che l’età non è da considerarsi fattore discriminante quanto la presenza di patologie, le ‘cattive’ abitudini e la presenza di casi regressi in famiglia.
E’ quindi necessario conoscere il rischio cardiovascolare al quale ciascuno di noi è esposto, attivandosi con esami e terapie facendo prevenzione per evitare di incappare in gravi eventi cardiovascolari.
Per rischio cardiovascolare si intende l’eventualità del manifestarsi di un episodio avverso nei 10 anni successivi.
Con la prima visita cardiologica è possibile fare una stima dei fattori di rischio definendo quali siano gli accertamenti più consoni e la frequenza con la quale andrebbero eseguiti.
Nel 2016 la Società Europea di cardiologia ha suddiviso i pazienti in quattro categorie di rischio: basso, medio, alto ed elevato. E’ consigliato ripetere la stima del rischio ogni 5 anni circa.
Ciò che maggiormente predispone alle malattie cardiovascolari sono: ipercolesterolemia (livelli alti di colesterolo verificabili tramite esami del sangue), pressione alta, tabagismo(il fumo raddoppia la comparsa di malattie cardiovascolari), diabete, familiari con diagnosi di malattia cardiovascolare in giovane età: per giovane età si intende meno di 55 anni per gli uomini e meno di 65 per le donne, obesità, vita sedentaria e inattività in particolare per pazienti lungodegenti o allettati da settimane, stress psico-sociale, malattie infiammatorie e/o immunitarie croniche ecc.
Ogni soggetto rientra in una specifica classe di rischio, in base alla classe di rischio nella quale ci si trova bisogna eseguire esami e trattamenti personalizzati.
I pazienti considerati a basso rischio, riceveranno solo degli incoraggiamenti a condurre una vita sana, all’insegna dell’attività fisica e della corretta alimentazione.
I pazienti a rischio elevato, che sono affetti da condizioni che predispongono a malattie cardiovascolari, oltre a modificare il loro stile di vita, devono seguire un trattamento farmacologico che vada a diminuire i fattori di rischio. Non è raro che questi pazienti siano già affetti da malattie coronariche; malattie che potrebbero presentarsi in maniera asintomatica, ragion per cui è consigliabile sottoporsi ad esami più approfonditi(ecocardiogramma da stress, fisico o farmacologico, risonanza magnetica da stress farmacologico, TAC coronarica).
Le indicazioni di rischio non vanno per fasce d’età ma per livello, ed è soprattutto per questo che bisogna affidarsi al proprio medico di base o ad un cardiologo che studierà un percorso specifico per ogni paziente.
E’ consigliabile fare una visita ogni 5 anni per le donne al di sotto dei 50 anni e gli uomini al di sotto dei 40.
Chiunque svolga attività fisica, fosse pure agonistica, deve sottoporsi annualmente ad elettrocardiogramma e in alcuni casi anche a visita cardiologica.