Il defibrillatore

Con la legge 120 del 3 aprile 2001 è stato regolamentato per la prima volta in Italia, l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni su tutto il territorio nazionale. Con la nuova legge approvata alla camera il 30 luglio scorso, il DDL S. 1441, si punta a rendere obbligatoria la presenza del defibrillatore in tutti i luoghi pubblici, mezzi di trasporto inclusi.
Ma cos’è il defibrillatore?
Potremmo dire che, in maniera generica, il defibrillatore è un dispositivo elettronico salvavita che permette di eseguire la defibrillazione elettrica tramite la somministrazione di scariche elettriche al cuore al fine di ripristinare il normale ritmo cardiaco nei pazienti che hanno aritmia maligna, tachicardia ventricolare senza polso o fibrillazione ventricolare, causa dell’arresto cardiaco.
Quando il cuore non è in grado di pompare adeguatamente sangue verso gli organi, impedendo loro di ricevere ossigeno, causa danni permanenti e irreversibili che possono portare rapidamente alla morte.
Se il paziente viene soccorso con massaggio cardiaco e repentino intervento con defibrillatore, entro 5 minuti, la probabilità di sopravvivenza arriva fino all’80%.
Sotto un’ottica più specialistica, il defibrillatore è un dispositivo capace di depolarizzare il tessuto muscolare del cuore (miocardio), ristabilendo il normale ritmo cardiaco imposto dall’atrio destro (nodo seno atriale).
E’ alimentato a batteria o corrente, in genere è formato dall’unità centrale dedicata all’analisi del ritmo cardiaco del paziente e da due elettrodi tramite i quali vengono erogate e trasmesse le scariche elettriche al torace.
Gli elettrodi, solitamente, vengono applicati uno poco più in basso della spalla destra mentre l’altro sotto l’ascella sinistra. Possono posizionarsi però anche mettendo un elettrodo al centro del petto mentre l’altro sulla spalla, opposto al primo. Altra modalità per posizionarli è invece, mettendo uno poco più sotto dell’ascella destra e l’altro poco più sotto di quella sinistra.
Possiamo distinguere 4 tipologie di defibrillatore:
Defibrillatore manuale
Defibrillatore semiautomatico esterno (DAE)
Defibrillatore automatico esterno (DAE)
Defibrillatore impiantabile o automatico interno (il quale però, ricorda sia per dimensioni che per modalità d’uso più un pacemaker che un defibrillatore).
DEFIBRILLATORE MANUALE ESTERNO
Il defibrillatore manuale è un defibrillatore collegato ad un elettrocardiografico che opera solo con la guida di un operatore medico, il quale decide in base al ritmo cardiaco del paziente sul tracciato elettrocardiografico se e quale scarica erogare al cuore della vittima.
Per utilizzare un defibrillatore manuale è necessaria un’adeguata preparazione sia sul funzionamento dell’elettrocardiografo che per la defibrillazione. Viene utilizzato maggiormente in ambito ospedaliero e nelle ambulanze.
DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO ESTERNO (DAE)
Il defibrillatore semiautomatico, DAE, è un dispositivo salvavita che rileva in autonomia le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca del paziente, stabilendo se sia necessario o meno erogare una scarica elettrica al cuore dello stesso. Ciò che bisogna fare è posizionare gli elettrodi sul torace del paziente e accendere il dispositivo.
Fatto ciò, il defibrillatore procederà con l’analisi del ritmo cardiaco del paziente, a seconda del modello la durata può variare dai 10 ai 20 secondi. Se sarà necessario in base ai rilevamenti, il dispositivo si appresterà all’erogazione dello shock elettrico. In questo caso, l’operatore dovrà prima assicurarsi che nessuno stia toccando la vittima e poi dovrà somministrare la scarica al cuore del paziente premendo l’apposito pulsante.
Se il defibrillatore non dovesse rilevare l’arresto cardiaco non ci sarà alcuna defibrillazione, neanche tramite pulsante shock.
Essendo semplici da utilizzare, i defibrillatori semiautomatici si possono acquistare facilmente poiché richiedono una preparazione basica al fine di poterli usare nel modo corretto. Per acquisire una giusta preparazione in merito al loro utilizzo, sia pratico che teorico, è possibile seguire un corso di circa 8 ore. Partecipando a questi corsi si viene istruiti anche all’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare (RCP) e procedura complementare alla defibrillazione (BLSD).
Sono inoltre dotati di voce guida in modo tale da supportare il soccorritore nella procedura di defibrillazione indicandogli il momento opportuno per l’erogazione della scarica elettrica.
DEFIBRILLATORE AUTOMATICO ESTERNO (DAE)
Il defibrillatore automatico esterno (DAE) è, chiaramente, un dispositivo salvavita che analizza la frequenza cardiaca del paziente stabilendo se sia necessario somministrare scariche elettriche e la loro relativa tipologia, ed attuare la defibrillazione senza pigiare alcun pulsante.
Chi utilizza un defibrillatore automatico deve avviare lo strumento, posizionare gli elettrodi sul torace della vittima e il dispositivo eseguirà le operazioni utili.
Rispetto ai defibrillatori semiautomatici, quelli automatici hanno minore diffusione.
Quindi, con il defibrillatore semiautomatico esterno, ad avviare la scarica è il soccorritore, e l’avvia manualmente. Con il defibrillatore automatico esterno invece basta accenderlo e collegarlo al paziente, e ad arresto cardio-circolatorio accertato, il dispositivo eroga in autonomia la scarica elettrica.
DEFIBRILLATORE CARDIACO IMPIANTABILE
Il defibrillatore cardiaco impiantabile, o defibrillatore automatico interno, è un defibrillatore a dimensioni ridotte in grado di monitorare il ritmo cardiaco di un soggetto dispensando una scarica elettrica al suo cuore qualora fosse necessario.
Il defibrillatore cardiaco impiantabile somiglia ad un pacemaker, e come quest’ultimo necessita di un intervento chirurgico per l’inserimento sottocutaneo; degli elettrocateteri lo collegano al cuore e, dopo l’installazione, un cardiologo deve occuparsi della sua programmazione tramite un apposito dispositivo. La programmazione si basa sul disturbo cardiaco dal quale il paziente è affetto.
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