SINDROME DI TAKOTSUBO
La Sindrome di TakoTsubo, conosciuta anche con il nome di cardiomiopatia da stress, è una cardiomiopatia non ischemica temporanea che è conseguente a situazioni stressanti ed intense emotivamente.
Definizione di sindrome di Takotsubo
La sindrome di TakoTsubo o sindrome del cuore infranto, o ancora cardiomiopatia da stress, è una sofferenza cardiaca temporanea nella quale si manifestano tutti i sintomi dell’infarto a seguito da situazioni di forte stress emotivo.
Tale sindrome, rientra nelle cardiomiopatie non ischemiche poiché non interferisce con il corretto flusso sanguigno.
Lo stress, comporta un’attivazione della corteccia cerebrale e del nostro sistema nervoso autonomo; vengono liberati cortisolo e ormoni chiamati catecolamine. Le catecolamine, liberate in quantità superiori ai valori normali, hanno un effetto tossico sul muscolo cardiaco.
Le catecolamine, oltre a essere tossiche per il cuore potrebbero causare la vasocostrizione delle coronarie e del microcircolo, a quei piccoli vasi che scorrono dentro la parete del ventricolo, con conseguente ischemia. Quindi l’effetto è simile all’infarto anche se le cause non sono le stesse.
Il nome “TAKOTSUBO” si deve ad una parola giapponese che si utilizza per indicare una specie di cestello usato dai pescatori del posto per pescare i polpi; i ricercatori hanno deciso di utilizzare questo nome poiché dalle varie ecocardiografie e risonanze magnetiche è emerso che il ventricolo sinistro del paziente, assume una forma simile al TakoTsubo.
Epidemiologia
Nei Paesi occidentali, la sindrome di TakoTsubo colpisce il 3% circa delle persone che manifestano i sintomi dell’infarto; ad esserne maggiormente colpite sono le donne tra i 58 e i 75 anni, mentre l’incidenza che riguarda le donne al di sotto dei 50 anni è del 3% circa.
Eziologia e fisiopatologia della sindrome di Takotsubo
La causa precisa della sindrome di Takotsubo, non è ancora del tutto chiara.
Da alcuni studi è emerso che questa sofferenza cardiaca si manifesta dopo eventi stressanti che vanno a condizionare negativamente le funzionalità cardiache.
Attualmente, per spiegare il legame tra sindrome di Tatotsubo e situazioni che vanno ad innescarla si pensa a due ormoni: adrenalina e noradrenalina.
Si ipotizza che, il rilascio di questi due ormoni in gran quantità a causa di forte stress, provochi ed inneschi una sorta di stordimento nel tessuto miocardico che ricopre il ventricolo sinistro, alterandone la funzione di pompa.
Altra ipotesi vede la disfunzione miocardica causata dalla vasocostrizione delle arterie coronarie o dalla loro disfunzione.
Da un’analisi di innumerevoli casi di soggetti colpiti da questa sindrome, le situazioni che la vanno ad innescare con più frequenza sono: morte di una persona cara, diagnosi di malattia grave, problemi finanziari, perdita del lavoro, separazione e divorzio, stress fisici, interventi chirurgici.
Questa sindrome, può essere conseguente all’assunzione di alcuni farmaci come: epinefrina, utilizzata per curare reazioni allergiche o un grave attacco d'asma; duloxetina, prescritta per curare problemi neuropatici nelle persone che diabetiche o che soffrono depressione; venlafaxina, utilizzata nel trattamento di depressione, ansia e attacchi di panico, levotiroxina, farmaco prescritto a chi ha problemi di tiroide. Tutti farmaci che tendono a far aumentare i livelli di adrenalina e noradrenalina.
Segni e sintomi della sindrome di Takotsubo
I sintomi e i segni di questa sindrome, possono già manifestarsi a pochi minuti dall’evento scatenante o dopo diverse ore; in genere tali sintomi si presentano con quelli dell’infarto miocardico quindi avremo dolore improvviso al torace, sincope, fatica a respirare.
Va però detto, che è una sindrome temporanea senza alcuna ripercussione nel lungo termine.
Raramente può diventare una condizione cardiaca grave portando a aritmie, ipotensione, edema polmonare fino al più fatale arresto cardiaco.
Cosa distingue la Sindrome di Takotsubo dall’infarto?
A differenza dell'infarto, nella sindrome di Takotsubo le arterie coronarie sono disostruite; questo vuol dire che non presentano, al loro interno, ateromi che impediscono il flusso di sangue, che è ciò che accade nell'insorgenza dell'infarto miocardico.
Diagnosi di sindrome di Takotsubo
Per diagnosticare tale sindrome è necessario eseguire svariate indagini al fine di escludere infarto miocardico, miocarditi, pericarditi, attacchi di panico e simili.
E’ emerso che, nel circa 2% dei casi di pazienti che si pensa abbiano avuto un sospetto infarto miocardico, in realtà fosse proprio sindrome di TakoTsubo.
Prima di sottoporre i pazienti ad esami che possono risultare anche parecchio invasivi, va valutata con attenzione la storia clinica del paziente con esami approfonditi e mirati alla definizione del dolore e se è conseguenza di un episodio stressante.
Andrebbero comunque eseguiti: elettrocardiogramma, ecocardiogramma, analisi del sangue poiché le persone con la sindrome hanno livelli più alti degli enzimi cardiaci nel sangue, coronocardiografia, risonanza magnetica.
Terapia e prognosi
Fino a diagnosi certa, la sindrome di Takotsubo è associata a quella d’infarto. A diagnosi avvenuta, la terapia prevede l’assunzione di farmaci ace-inibitori, beta-bloccanti, diuretici e antagonisti dei recettori dell’angiotensina, al fine di alleggerire il carico di lavoro cardiaco e migliorare la sintomatologia.
A chi ha avuto la sindrome di Takotsubo, viene consigliato di seguire corsi di tecniche di rilassamento e gestione dello stress al fine di capire come gestire le situazioni emotivamente stressanti. Viene inoltre prescritta una terapia che può includere betabloccanti o diuretici.
In assenza di complicazioni, chi viene colpito da sindrome di Takotsubo si riprende in circa un mese; dopo circa 5 settimane dall’inizio del trattamento andrebbe eseguito un controllo ecocardiografico al fine di valutare il recupero e la ripresa della funzionalità cardiaca.
Da più recenti studi è emerso che a sindrome di Takotsubo non è affatto una malattia benigna; devono quindi essere perseguiti tutti gli sforzi atti a migliore la comprensione delle cause e a una più puntuale scelta terapeutica.
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